L’estate sta
bussando alla porta , e come ogni anno molte donne (compresa io stessa) si
buttano a capofitto nei negozi per cercare nuovi costumi . Se ne trovano di
tutte le forme e colori ; ma quello che ha fatto la storia è il BIKINI.
Il costume da bagno più amato dalle donne compie 66 anni , nasce infatti il 5 luglio del 1946 dalla creatività dello stilista francese Louis Rèard a Parigi. Il nome, non a caso, deriva dall’atollo Bikini, nelle isole Marshall nel quale gli americani effettuavano test nucleari. Il nome bikini è stato scelto proprio per sottolineare l’effetto esplosivo che il due pezzi avrebbe provocato sulla società.
La sua storia ha radici molto
profonde e ci riportano all’età greca e romana: sono stati ritrovati diversi
affreschi e mosaici che mostrano donne in due pezzi .
Ritornando al XX
secolo; bisogna dire che in realtà
questo costume viene già indossato negli anni ’20 e ’30; la differenza stava
nel fatto che a quell’epoca il bikini , molto più casto, era formato da un
pantaloncino a vita molto alta e coprente con un reggiseno realizzato con pezzi
di stoffa annodati.
Nei primi tempi ha avuto difficoltà nell’affermarsi , negli USA ci sono voluti 15 anni perché fosse
accettato, in Italia negli anni ’50 viene ritenuto “scandaloso”, tanto che i
poliziotti controllavano sulle spiagge eventuali trasgressioni e le donne che
mostravano troppi centimetri di pelle venivano multate.
Il successo che ha avuto nel tempo è strettamente legato alle dive del cinema,Rita Hayworth nel film “Gilda” indossa un bikini molto provocante al punto tale che un soldato, rimasto sedotto e affascinato, disegna l’attrice in costume su una bomba!. L’accaduto fece talmente notizia che anche tante altre attrici cominciarono a indossare il 2 pezzi per avere successo e visibilità.
Diventato icona di seduzione , il
bikini ha garantito il successo di film e telefilm tra cui l’indimenticabile
Ursula Andress in “Agente 007-Licenza di uccidere”.
Sempre più frequentemente appaiono sul grande schermo donne in due pezzi , ma non è la stessa cosa per
quanto riguarda le donne comuni: il bikini è stato accettato sulle spiagge negli anni ’60; di
conseguenza gli stilisti cominciano a sbizzarrirsi e osare: nasce il modello
Saint Tropez nel quale la parte superiore è tonda.
Nel 1964 viene introdotto il
monokini che è formato solo dallo slip (attuale topless), però una delle più
importanti evoluzioni del bikini avviene negli anni ’70 con la comparsa del tanga.
Da questo momento in poi il 2 pezzi comincia a ridursi e il binomio
abbronzatura-sexy diventa fondamentale
per le donne. Nel decennio successivo impazza la moda per costumi in
pelle e modelli tribali con frange, si tendeva a imitare le donne delle caverne;
negli anni ’90 al bikini si affiancano accessori moda tra cui parei , enormi
cappelli in paglia e ciabattine colorate.
Il triangolo è il must per la parte superiore mentre per la parte inferiore
il tanga diventa alto sui fianchi e ha un ruolo primario.
Oggi nessuna donna ,
giovane o adulta, rinuncia al bikini che racchiude in se freschezza, seduzione
e mezzo secolo di storia ed evoluzione!.
La Signorina F.
Nessun commento:
Posta un commento